RIEDUCAZIONE PRE-OPERATORIA
Branca della fisioterapia che si occupa della preparazione del paziente ad un intervento chirurgico. Ad oggi molti sudi dimostrano che un soggetto che si sottopone alla chirurgia preparato dal punto di vista fisico e mentale riesce a raggiungere il traguardo della guarigione più velocemente e con meno dolore.
Il mio lavoro è sostanzialmente il seguente: preparare il corpo e la mente. Il corpo con esercizi adeguati e la mente con una attenta spiegazione al paziente ed alla sua famiglia sugli eventi che il paziente stesso incontrerà nei mesi a seguire. Sotto questo punto di vista l’aiuto della famiglia è fondamentale: in seguito ad ogni tipo di intervento chirurgico il paziente deve essere assistito ma non aiutato, chi gli sta intorno deve sapere perfettamente cosa fare e quando farlo. Altrimenti il paziente non svilupperà quelle attività motorie essenziali per una più rapida ripresa.
RIEDUCAZIONE POST-OPERATORIA
Branca di fondamentale importanza. Tempo fa la fisioterapia post-operatoria era messa in secondo piano; si dava enorme valore all’intervento chirurgico mentre tutto ciò che succedeva dopo era quasi lasciato al caso. Risultato: chirurgo e paziente insoddisfatti. Oggi si è capito che un ottimo intervento senza la fisioterapia è inutile.
Personalmente sostengo che i meriti della guarigione del paziente sono equamente distribuiti: ortopedico, fisioterapista, paziente. Se anche solo un anello è debole non si avranno i risultati sperati. Proprio per questo motivo, quando possibile, accompagno i miei pazienti alle visite di controllo presso i vari ortopedici: per avere una visione d’insieme chiara a tutti i componenti del nucleo operativo. Quando invece non è possibile è sempre mia cura telefonare personalmente al chirurgo per sincerarmi delle sue opinioni.
RIEDUCAZIONE POST-TRAUMATICA
Tutta la fisioterapia che serve in presenza di patologie per le quali non è indicato l’intervento chirurgico.
Si va dalla semplice distorsione (della caviglia, di un dito etc…), a patologie ben più complesse come una lesione della cuffia dei rotatori di una spalla, come un ginocchio dolente per la condropatia, come una lombalgia.
In questi casi una buona fisioterapia è fondamentale per dare sollievo al paziente, ridurre il dolore ed aumentare la mobilità di articolazioni dolenti. Soprattutto quando siamo di fronte a distorsioni di caviglia è tassativo curare bene l’articolazione dolente per ridare quella stabilità persa con l’evento traumatico. Se questo non avviene saremo responsabili di eventuali recidive e di, aspetto ancora più grave, una instabilità articolare dovuta ad una cura errata.
TERAPIA STRUMENTALE
Fanno parte di tale terapia: la laserterapia, la tecarterapia, gli ultrasuoni, la TENS e diverse altre applicazioni.
Come spesso spiego ai miei pazienti: “la rieducazione serve per curare la causa, la terapia strumentale per curare il sintomo, cioè il dolore”.
Da ciò si deduce che non si può proporre al paziente soltanto questo tipo di cura, è necessario lavorare più a fondo per avere dei risultati a lungo termine e non solo una diminuzione temporanea del sintomo. Personalmente la utilizzo sempre in abbinamento alla rieducazione, cercando addirittura di farne a meno laddove mi serva monitorare quotidianamente i miglioramenti del paziente.
E’ altresì fondamentale se si lavora con atleti che devono tornare il più in fretta possibile sul terreno di gioco: in questo caso studio a tavolino con lo staff della squadra la strategia migliore e più rapida per il rientro dell’atleta infortunato.
IDROCHINESITERAPIA
Un solo aggettivo: fondamentale.
Ma attenzione: è necessario usarla e non abusarne. Non per tutte le patologie, infatti, ne consiglio l’utilizzo. Semplicemente perché in alcuni casi a secco (cioè in palestra) si possono raggiungere risultati migliori e più velocemente.
Vediamo allora quando utilizzare i benefici dell’acqua:
In seguito ad interventi chirurgici sul ginocchio (ricostruzione LCA, protesi di ginocchio, trasposizione della tuberosi tibiale) laddove il paziente abbia difficoltà a deambulare. L’acqua infatti riduce il peso del corpo ed il paziente riesce a sostenere il suo peso senza difficoltà.
In seguito ad interventi chirurgici sulla spalla (sutura della cuffia dei rotatori, stabilizzazione artroscopiche o a cielo aperto, protesi di spalla): laddove il paziente non possa o non abbia la forza di muovere il braccio…L’acqua lavorerà al posto suo.
In seguito ad interventi di protesi totale di anca: il più delle volte però siamo in presenza di pazienti anziani…Attenzione alla paura dell’acqua!
In seguito a gravi problemi lombari: la temperatura dell’acqua (circa 33°) favorisce il rilassamento muscolare e migliora il movimento della colonna vertebrale.
In presenza di deficit della circolazione venosa o linfatica: i camminamenti caldi e freddi in due vasche separate aiutano il deflusso dei liquidi che ristagnano a livello degli arti inferiori.
BENDAGGI FUNZIONALI
Molto utilizzati dopo distorsioni di caviglia. Facendo un corretto bendaggio funzionale, con materiali adeguati, si possono ridurre i tempi di recupero ed il ritorno all’attività sportiva. Viene confezionato su misura e secondo le specifiche esigenze del paziente. L’ossido di zinco che utilizzo aiuta il riassorbimento del versamento sempre presente in questi casi.
Allo stesso modo i bendaggi funzionali si possono utilizzare in seguito ad una distorsione di ginocchio, in attesa che il paziente stesso riesca a farsi visitare dall’ortopedico.
TUTORI TERMOPLASTICI
In seguito a distorsioni delle dita. Soprattutto in presenza di pazienti che giocano a pallavolo, basket, pallamano, pallanuoto (e che quindi devono utilizzare gli arti superiori con destrezza) sono consigliati questi tutori in materiale termoplastico: una resina speciale che con con il caldo si può modellare a seconda delle esigenze e che protegge la parte traumatizzata da eventuali colpi fortuiti.
ISOCINETICA
Partiamo dall’etimologia della parola stessa, isocinetica, che significa “stessa velocità”: da ciò si deduce che questo tipo di esercizio presuppone sempre la stessa velocità durante tutto l’arco di movimento. Questo per differenziarla radicalmente da tutti gli altri tipi di allenamento, dove la velocità di esecuzione può variare (ad esempio la pressa posso farla lentamente o velocemente) mentre è costante la resistenza offerta dalla macchina. Ecco, con l’esercizio isocinetico questo concetto viene totalmente ribaltato: avremo un movimento effettuato alla stessa velocità durante l’esecuzione del movimentoma con una resistenza che si definisce “accomodante”, cioè varia a seconda delle capacità del paziente. Il fine ultimo è quello di far lavorare il paziente sempre al 100% delle sua capacità e potenzialità facendo in modo che la macchina adegui la resistenza in base alle caratteristiche del paziente stesso.